Mag 24

Antenna end-fed di IW2EN

Come i miei, pochi,  assidui lettori ricorderanno, è da quando mi sono trasferito nella attuale dimora che sono alla ricerca di un’antenna che possa venire incontro alle mie esigenze, che sono poche e basilari: deve essere poco invasiva e deve funzionare. Ho finora rinunciato a montarne una sul tetto per ragioni di quieto vivere coniugale e condominiale, poichè sebbene sia vero che la Legge è dalla mia parte, è altrettanto vero che scazzi e vasi di piscio me li becco poi io. In questi anni, ho sopperito alla mancanza di un vero impianto di antenna utilizzando, saltuariamente, molto saltuariamente, la stazione ancora installata a casa dei miei genitori. Poi, pensando fosse più pratico, sono passato ad utilizzare il Buddipole sul balcone: sarà ché abito ad un piano basso, ma è risultato poco più efficace di un carico fittizio. E poi ogni volta, e monta, e smonta, e taralo, e poi la banda è chiusa, e per cambiare banda ci vogliono altri 10 minuti… Considerando poi che, dentro casa, la radio non può rimanere sempre montata e pronta all’uso, per arrivare a fare un solo qso ci vogliono almeno 20′ di lavoro.  Quindi la parola d’ordine è diventata “ottimizzazione”. Ciò vuol dire che mi ci vuole un’antenna che sia pratica da montare e smontare, che sia multibanda, che non sia di dimensioni spropositate. Quasi per caso sono venuto a conoscenza della antenna “Firewire” di IW2EN. Questa è una filare end-fed che, in una lunghezza di circa 7 metri, copre le bande radioamatoriali dagli 80 ai 6 metri. È molto simile ad un prodotto abbastanza noto della Diamond ma, a sentire il costruttore, il trasformatore è realizzato in modo completamente diverso.

Oggi finalmente l’ho provata, tendendola tra il mio balcone e la ringhiera del giardino condominiale: stazionarie bassissime dai 30 ai 10 metri, accordatore non necessario.  Su 80, 40 e 6 metri invece il ROS sale un pochino, ma nulla che un modesto tuner (quello originale del 897) non sappia gestire. Dovrò fare degli ulteriori test di taratura, variando la lunghezza del “contrappeso” (che attualmente è casuale), per giungere al miglior risultato possibile. Però, per una volta, posso dire che “come inizio non c’è male!”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.