Non si parla d’altro

Articolo-lamentela sul fatto che la lotta al Coronavirus ha fagocitato la narrazione giornalistica e ogni risorsa della Sanità.

Un radioamatore non dovrebbe parlare di politica, è risaputo ed è insito nel “codice morale” che ogni radioamatore dovrebbe conoscere. Però questo vale sono in aria. Questo spazio, come già spiegato altrove, è “casa mia” e qui valgono le mie regole morali. E poi, dopo che una decina d’anni fa sentii un collega radioamatore (e tassista, magari ti ci ritrovi in questa descrizione) commentare in modo pesante e strafottente l’esito dello spoglio, allora in corso, delle elezioni politiche… sapete che c’è, miei cari tre lettori? Che tale regola morale è scivolata giù per lo scarico del water.

Dicevamo? Ah, certo… come purtroppo avrete tutti notato, anche i poco svegli come il sottoscritto, è ormai da un paio di mesi che non si parla d’altro: il maledetto Covid-19 e dei suoi nefasti effetti. Intendiamoci, è una tragedia, nella sola regione in cui vivo ha mietuto più vittime della Seconda Guerra Mondiale e alle vittime, ai loro congiunti e a chi ha provato sulla sua pelle questo flagello va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà, per quel che può servire. Il problema è che la narrazione dell’emergenza ha preso il posto di ogni altra cosa: nei telegiornali, sulla carta stampata e sul suo corrispettivo online, nei talk show di approfondimento. Si parla solo ed esclusivamente del Coronavirus. Solo un breve accenno all’incremento dei decessi dovuti a problemi legati all’apparato cardiocircolatorio – il Centro Cardiologico Monzino, polo d’eccellenza per le problematiche cardiache, ha stimato un aumento dei decessi intorno al 30%. Perché la gente ha paura di contrarre il Covid in ospedale e chiama i soccorsi solo quando ormai è troppo tardi per intervenire – e neanche una parola per i malati oncologici che si sono visti defraudati dalla possibilità di ottenere esami diagnostici e/o interventi chirurgici perché la quasi totalità delle risorse nella sanità sono state fagocitate dalla lotta al Coronavirus. E’ evidente che parlare di qualcosa che non sia il Covid non fa audience. Perché scrivo questo? Perchè ho una cara amica, suo malgrado malata oncologica, che di recente pur di avere una diagnosi certa ha subito un esame diagnostico abbastanza invasivo, una biopsia, senza anestesia alcuna perché non ci poteva essere nessuna sala operatoria a sua disposizione. E prima che possiate dire “cosa vuoi che sia?”, amici maschietti perché non provate a tagliarvi via, con una lametta ben affilata, una fettina di glande? E voi, amiche donne, splendida metà del cielo: provate a chiudervi violentemente un capezzolo in un cassetto, vi ricordo che Sant’Agata non gradì un trattamento molto simile. Mentre farete ciò, sorseggiando una birra commenterò:

<<Cosa volete che sia? Se poi siete masochisti vi sta anche piacendo!>>

Riprendendo il filo, non trovo possibile e degno di uno stato civile che accada tutto ciò. Nessuno sceglie di ammalarsi, né di Covid-19 né di cancro (beh sì, se nel 2020 fumi due pacchetti al giorno forse non scegli di ammalarti ma di certo sei coglione) e non ci devono essere malati di serie A e di serie B. Capisco che la lotta al Coronavirus sia una vera emergenza ma non per questo si devono trascurare altri esseri umani che rischiano la propria vita, che si potrebbero salvare se solo curati per tempo ma che invece si vedono rinviare di mesi esami diagnostici che aiuterebbero a definire meglio la loro situazione e la loro cura.

Invece no. Silenzio. Anche da parte della politica. Anche da parte del Governo, che per voce del suo Presidente del Consiglio dei Ministri ha parlato di “fase 2” (che fase due non è, al massimo e per usare un termine informatico è una fase 1.1), ha parlato di ritorno al lavoro, ha parlato di genitori che dovranno tornare al lavoro (e produrre! E consumare!) ma non sanno come gestire i loro figli che per forza di cose non potranno essere parcheggiati nelle scuole o dai nonni, ha parlato di un relativo allentamento del “distanziamento sociale” e della possibilità di incontrare i congiunti più stretti, dandomi ancora la volta la conferma che in questo Paese se non si è una coppia sposata e/o non si hanno figli allora la coppia è una non-famiglia. Un punto a favore della CEI.

Avrebbe potuto inserire nel DPCM anche qualcosa per far sì che non ci saranno ulteriori figli che perderanno un genitore perché lo Stato ha scelto di indirizzare altrove le risorse che avrebbero potuto curarlo. Avrebbe raccolto ulteriore consenso oltre che assolvere ad un obbligo sancito dalla Costituzione.

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