Ott 20

Nuovo giochino: SDR

Gli apparati SDR in me hanno sempre suscitato un sentimento contrastante, a metà tra lo sdegno e la curiosità: per me la radio deve essere un aggeggio pieno di bottoni, lucine e manettini da ruotare, già il mio 897 ne ha troppo pochi e anche quelli del Pro2 potrebbero non essere abbastanza (anche se di molti ignoro la funzione…). Gli SDR invece, si sa: <<Fa tutto il software>> ci siamo sentiti dire da molti. La mia risposta e “ni”, e il perché lo vedremo più avanti.

Comunque, sdegnato per l’aumento dell’IVA e desideroso di prendermi un nuovo giochino sfruttando l’ultimo giorno della vecchia aliquota, per dispetto nei confronti dei miei governanti (sempre razionale, eh?) mi sono regalato un ricevitore SDR. Lo so, c’era quella Lotus usata a 15.000 € ed era una grossa tentazione. Ma poi ho pensato che a quel punto mi sarebbe convenuto divorziare direttamente…

Ah, solito disclaimer: la Ditta che andrò a citare tra poche righe non mi ha dato dei soldi per scrivere questo articolo, non mi ha fatto sconti sul prodotto e nemmeno lavoro per loro. Questa “recensione” è fatta da un radioamatore a beneficio di altri radioamatori o appassionati di radioascolto.

Il giocattolo nuovo  è prodotto dalla italianissima ELAD ed è il FDM-S1. Riceve da 0 a 30 MHz, ma con un opzionale downconverter va anche molto più su. A differenza del blasonato Perseus, esso non ha i filtri di preselezione, per cui consiglio l’uso di un passa-basso all’ingresso: esso ne ha uno entrocontenuto ma ho notato che abbassa troppo il segnale anche al di sotto della frequenza di taglio, che dovrebbe essere appunto 30 MHz.

Il software. Appunto, questa è una Software Defined Radio e cosa e come riceverlo è il software a deciderlo. Ed il software fornito da Elad insieme all’apparato si chiama FDM SW-1 (notare la W) e ovviamente permette al nostro computer di gestire la scatoletta. Esso permette la demodulazione dei segnali AM, AM-Sync, FM, WFM, USB, LSB, CW, CW-R, DRM. Come ci si può aspettare la sua finestra ci mostra lo spettro radio in ingresso al ricevitore, lo spettro audio e lo spettro rf in uscita dal demodulatore. Si interfaccia con dei noti database delle frequenze broadcast oppure al nostro nodo packet cluster preferito e ci mostra una comoda etichetta direttamente nella finestra dell’ analizzatore di spettro, suggerendoci chi o cosa potrebbe essere quel segnale, e da quel che ho visto la maggior parte delle volte ci azzecca.

Finora l’ho provato poco, più che altro con dei pezzi di filo elettrico di lunghezza casuale gettati in qualche modo in casa. E’ sensibile in ricezione, pure troppo a volte – infatti ha un attenuatore da -20db attivabile in caso di necessità – ma comunque non fa miracoli: ci vuole l’antenna. Attaccato per una rapida prova all’antenna della sezione ARI di Peschiera ha dato segnali molto, molto più forti di quelli ottenibili con il random-wire. Inoltre, è gestibile da HRD (versioni free!) e può lavorare assieme al nostro trasmettitore (in questo caso ci vuole uno switch per l’antenna). Non l’ho ancora utilizzato nella mia stazione standard, per cui non vi so dire ancora quali differenze ci siano, se ci sono, rispetto al Pro2… vi farò sapere prossimamente, mi si è risvegliata l’anima geek e tornerò a scrivere qui.

3 pings

  1. […] con il giochino SDR collegato ad un’ antenna “vera”. Bene, come accennato nel precedente articolo, anche per una Software Defined Radio l’antenna continua ad essere la parte fondamentale. Con […]

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